A seguito dell’armistizio dell’8 settembre, si consuma l’immane tragedia di almeno 15.000 militari italiani in Egeo. E’ il 12 febbraio del ’44, quando il piroscafo Oria partito da Rodi con a bordo oltre 4mila prigionieri dei tedeschi, naufraga. 70 anni dopo, grazie alla Rete, i familiari di circa 370 vittime sono venute a sapere qual è stata la sorte dei loro antenati. Sono solo alcuni di oltre 4mila militari italiani morti il 12 febbraio del ’44 nel naufragio di una nave salpata da Rodi: prigionieri dei tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43, avevano rifiutato di collaborare con i nazisti e per questo erano destinati ai campi di prigionia di Germania e Polonia. Imbarcati sul piroscafo Oria, hanno trovato la loro tomba in fondo all’Egeo, per via di un violento naufragio. Oggi le loro storie sono venute a galla, il loro ricordo è riaffiorato da quel tratto di mare Egeo prospiciente il tempio di Poseidone il Dio del Mare, grazie alle ricerche dei loro discendenti, spesso nipoti che di quei nonni portano i nomi e che, cercando di saperne di più sui loro antenati, si sono ritrovati in Rete, mettendo insieme i frammenti di una storia per tanti versi mai raccontata.
Vito Gullotto
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