Trattamento delle persone recuperate dalle acque fredde in caso di naufragio

La Guida si rivolge principalmente ai marittimi, sia a quelli che un giorno potrebbero dover sopravvivere in acque fredde, sia a quelli che potrebbero dover tentare il salvataggio di sopravvissuti in acque fredde.

In breve, questo è il piano da seguire in una situazione del genere:

  1. Controllare i segni vitali (l’infortunato respira? È incosciente (non risponde) o cosciente?).
  2. Iniziare il primo soccorso appropriato come descritto di seguito.
  3. Chiedere sempre un parere medico il prima possibile, anche se l’infortunato non è stato a lungo in acqua fredda ed è cosciente. È possibile ottenere consulenza gratuita da un servizio di assistenza telemedica (TMAS), che può essere contattato tramite un Centro di coordinamento dei soccorsi (CCR).

Ferito non cosciente

Adottare le procedure standard di primo soccorso.

Se non respira:

  • Controllare/chiarire le vie aeree; se non respira ancora, fare due respiri di soccorso completi.
  • Iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) in conformità con la formazione di primo soccorso.
  • In attesa del parere del medico, continuare la RCP a una velocità di 100 compressioni al minuto, con due respiri di soccorso ogni 30 compressioni.
  • Continuare fino all’esaurimento se si agisce da soli. Se è disponibile l’assistenza, cambiare ogni due minuti per evitare l’esaurimento.
  • Se l’arresto cardiaco non è stato testimoniato, se non è ancora disponibile un parere medico e se non c’è alcun segno di vita dopo 30 minuti, interrompere la rianimazione cardiopolmonare ma trattare l’infortunato in conformità con i consigli della sezione 9 qui sotto.
  • Se l’arresto cardiaco è stato testimoniato, mantenete la rianimazione cardiopolmonare fino a quando non sarete esausti o non riceverete un parere medico.

Se respira ma non è cosciente:

  • Trasferirsi in un luogo riparato.
  • Verificare la presenza di altre lesioni.
  • Posizionarsi in posizione di recupero.
  • Attenzione al vomito, molto frequente nell’annegamento in acqua di mare.
  • Consultare un medico.
  • Monitorare e registrare la respirazione e la frequenza cardiaca (polso del collo/carotide). Un aumento della respirazione e/o della frequenza cardiaca può indicare l’insorgere di complicazioni da annegamento e in una persona gravemente ipotermica l’arresto cardiaco può verificarsi in qualsiasi momento.
  • Fornire ossigeno tramite maschera, se disponibile.
  • Fornire un isolamento aggiuntivo per evitare un raffreddamento continuo. Per proteggere dalla perdita di calore per evaporazione, racchiudere in un grande sacco o in un telo impermeabile.

Ferito cosciente

Esposizione breve (meno di 30 minuti circa): il sopravvissuto rabbrividisce,

  1. I sopravvissuti che sono pienamente vigili, razionali e in grado di raccontare le loro esperienze, anche se tremanti, si riprenderanno completamente se si tolgono gli indumenti bagnati e vengono isolati con coperte, ecc. Se l’esposizione è stata relativamente breve, circa 30 minuti, possono essere riscaldati in un bagno caldo o sotto la doccia, ma solo se tremano e se vengono sorvegliati per evitare i primi segni di vertigini o collasso associati al surriscaldamento.

Il bagno o la doccia dovrebbero avere una temperatura di 39-41°C (102-106°F). Se la temperatura è inferiore, il corpo del sopravvissuto continuerà a raffreddarsi, anche se l’acqua sembra “calda”. Se non si dispone di un termometro, immergere il gomito nudo nell’acqua: il calore sarà tollerabile a circa la temperatura corretta, ma non oltre.

  1. In alternativa, per i sopravvissuti che hanno i brividi e sono vigili, l’esercizio fisico accelererà il riscaldamento.
  2. Consultare un medico.

Esposizione prolungata (più di 30 minuti) e/o il sopravvissuto non ha i brividi,

  1. Isolare per evitare ulteriori perdite di calore dovute all’evaporazione e all’esposizione al vento.
  2. Evitare di manipolare inutilmente il paziente – avvolgerlo in coperte e/o plastica, includendo la testa (ma non il viso), il collo, le mani e i piedi.
  3. Spostatevi in un luogo caldo e riparato.
  4. Sdraiarsi in posizione semi-orizzontale o semiseduta (a meno che non si verifichino vertigini, quando sarebbe meglio un atteggiamento orizzontale).
  5. Se disponibile, è necessario somministrare ossigeno.
  6. Se l’acqua è stata inalata, incoraggiare la respirazione profonda e la tosse.
  7. Monitorare e registrare la respirazione e la frequenza cardiaca (polso del collo/carotide) a intervalli di 5 minuti per i primi 15 minuti e poi, se non ci sono cambiamenti, a intervalli di 15 minuti. (Un aumento della respirazione e/o della frequenza cardiaca può indicare l’insorgere di complicazioni da annegamento; ricordate che in una persona gravemente ipotermica l’arresto cardiaco può verificarsi in qualsiasi momento).
  8. Consultare un medico.
  9. Quando si è vigili e caldi, non è più necessario mantenere una posizione semi-orizzontale o orizzontale.
  10. Somministrate bevande calde e dolci, ma non alcolici.

Se le condizioni del sopravvissuto si deteriorano, fare riferimento alla procedura di trattamento del paziente incosciente, riportata sopra.

Trattamento delle persone recuperate dai mezzi di salvataggio

Gli occupanti che sono stati esposti e asciutti per brevi periodi (da 2 a 3 giorni) e che sono completamente vigili, possono richiedere un trattamento per ipotermia lieve come descritto sopra per i sopravvissuti all’immersione cosciente.

Gli occupanti bagnati e infreddoliti e meno vigili dovranno essere recuperati in posizione semi-orizzontale e dovranno essere trattati allo stesso modo delle vittime di immersione con lo stesso livello di vigilanza.

È opportuno fornire bevande dolci calde.

Chiedere il parere di un medico. Cercare di contattare un medico professionista il prima possibile. È possibile ottenere consulenza gratuita da un Servizio di assistenza telemedica (TMAS), contattabile tramite un Centro di coordinamento dei soccorsi.