Sappiamo tutti che le diverse aree geografiche hanno accenti e dialetti propri. Prendiamo l’Italia, per esempio.
L’Italia è un Paese con una storia ricca e diversificata, che si riflette nei numerosi dialetti e nelle lingue parlate in tutto il Paese. Se l’italiano è la lingua ufficiale, esistono anche molti dialetti regionali parlati da diversi gruppi di persone. Ad esempio, nel nord del Paese si parla spesso il lombardo, mentre nel sud è più diffuso il siciliano.
Si stima che il Lombardo sia parlato da circa 4 milioni di persone, il che lo rende la terza lingua romanza più parlata in Italia dopo l’italiano e il veneziano. Il lombardo è strettamente imparentato con altre lingue gallo-italiche come il piemontese e il ligure, con cui condivide molte caratteristiche. Ad esempio, il lombardo presenta alcune caratteristiche distintive, come l’uso della desinenza -ezz per i verbi di prima persona plurale e l’uso della parola berta per indicare una giovane donna.
I marittimi hanno il loro dialetto, o meglio, l’intera lingua: il Seaspeak.
Che cos’è il Seaspeak?
Il Seaspeak è la lingua ufficiale dei navigatori di tutto il mondo.
In alto mare o in porto, una comunicazione errata può portare a situazioni gravi e persino pericolose. Il “Seaspeak”, la lingua ufficiale dei mari, aiuta a prevenire gli errori di comunicazione.
Vi siete mai chiesti come comunicano gli equipaggi delle navi in mare? Oggi gli equipaggi sono composti da uomini e donne provenienti da tutto il mondo e spesso l’equipaggio di una stessa nave proviene da diversi Paesi. Ma non è sempre stato così. Negli anni ’60, gli Stati Uniti e il Regno Unito dominavano il traffico oceanico e l’80% degli equipaggi delle navi era di madrelingua inglese. Alla fine degli anni ’70, tuttavia, la situazione si è ribaltata e oggi l’80% degli equipaggi delle navi non parla inglese come prima lingua.
Cosa succede quando il capitano di una nave deve comunicare con il suo equipaggio, con un’altra nave o con la terraferma? Sia in alto mare che in porto, una comunicazione errata può portare a situazioni gravi e persino pericolose.
Per evitare questa confusione, nel 1983 un gruppo di linguisti ed esperti di navigazione ha creato un nuovo sistema di comunicazione chiamato Seaspeak. L’inglese fu scelto come lessico principale del Seaspeak perché all’epoca era la lingua più comunemente parlata sulle navi e, cosa importante, era anche la lingua dell’aviazione civile. Nel 1988, l’Organizzazione marittima internazionale ha fatto del Seaspeak la lingua ufficiale dei mari.
Il Seaspeak definisce le regole per parlare alla radio di bordo. Il numero di parole è limitato per garantire che i messaggi e le conversazioni siano brevi e chiari. Otto parole, chiamate marcatori di messaggio, precedono ogni frase. Queste parole sono: consiglio, risposta, informazione, istruzione, intenzione, domanda, richiesta e avvertimento.
Una regola importante del Seaspeak è che i numeri composti da due o più cifre si pronunciano con cifre singole. Ad esempio, il numero 33 si pronuncia come “tre tre” e l’ora 9:33 si pronuncia come “zero nove tre tre”. Il Tempo Universale Coordinato – il principale standard di tempo o scala temporale internazionale con cui il mondo regola gli orologi e l’ora – è sempre utilizzato in mare.