La nuova era dell’energia eolica e delle soluzioni energetiche sostenibili potrebbe aiutare il commercio globale, la navigazione e le crociere a diventare ecologiche?
L’età d’oro della vela, quando i clipper da tè vantavano le ultime tecnologie all’avanguardia, è ormai lontana. È facile quindi pensare che la maggior parte delle merci che importiamo nel Regno Unito oggi arrivi in aereo.
Anzi, è proprio il contrario.
Gran parte del cibo che mangiamo, dei vestiti che indossiamo e persino il telefono o il computer su cui state leggendo questo articolo sono stati probabilmente importati via nave. Oltre l’85% di tutto il commercio da e verso il Regno Unito è trasportato via mare.
L’industria navale è importante per le nostre vite oggi come lo era all’epoca di Cutty Sark. A differenza dei velieri del passato, però, le moderne navi da carico dipendono in larga misura dai combustibili fossili.
Cosa si può fare per rendere questo commercio globale più rispettoso dell’ambiente?
L’entità del problema: navi container e combustibili fossili
Le moderne navi da carico e container sono molto diverse dal Cutty Sark. Oggi la più grande nave portacontainer del mondo può trasportare oltre 23.000 container. Si tratta dell’equivalente di 115 milioni di paia di scarpe o di 37.000 automobili in un solo carico.
La differenza più significativa tra i clipper da tè come il Cutty Sark e le moderne navi portacontainer è tuttavia il carburante utilizzato.
Mentre i velieri circumnavigavano il globo con la sola energia eolica, l’industria navale moderna dipende dai combustibili fossili.
Attualmente sono circa 50.000 le navi della marina mercantile che operano nell’oceano. Le loro attività producono una quantità significativa di gas serra e altre forme di inquinamento.
940 milioni di tonnellate di CO2 sono prodotte ogni anno dall’industria navale. Il settore è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra (GHG).
Sebbene il trasporto di merci via nave sia meno dannoso per l’ambiente rispetto all’equivalente viaggio su strada o in aereo, le dimensioni del trasporto marittimo globale rendono necessario un cambiamento.
Il ritorno dell’energia eolica: come l’industria navale potrebbe ridurre le emissioni
L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), agenzia delle Nazioni Unite, si è impegnata a ridurre le emissioni totali annue di gas serra prodotte dal trasporto marittimo di almeno il 50% entro il 2050 (sulla base dei livelli del 2008).
Ciò richiede nuove tecnologie e modalità di lavoro. Proprio come nel caso del Cutty Sark, l’uso dell’energia eolica nel settore navale viene ancora una volta esplorato, sia in modalità low-tech che high-tech.
Sono in fase di sviluppo tecnologie all’avanguardia che sfrutteranno ancora una volta l’energia eolica per una nuova generazione di navi container “ibride”. Potrebbero essere vele dall’aspetto tradizionale, ma sviluppate utilizzando tessuti molto più leggeri ed efficienti; vele ad aquilone che volano sopra la nave; e grandi cilindri rotanti montati su una nave, chiamati rotori Flettner.
Sono in corso ricerche approfondite per progettare le navi del futuro.
Tecnologia del passato, a prova di futuro
Al contrario, gruppi come la Sail Cargo Alliance stanno tornando a utilizzare le tradizionali navi a vela per trasportare merci con un’impronta di carbonio prossima allo zero.
Martedì 8 ottobre 2019 la De Gallant, una goletta costruita nel 1916, è arrivata a Greenwich trasportando una serie di merci tra cui cioccolato, olio d’oliva, sale marino e olive.
Il viaggio, organizzato da New Dawn Traders e Raybel Charters, è stato ritenuto la prima volta dagli anni ’60 che una nave a vela ha portato merci commerciali attraverso il Tamigi.